Addio alla neve.
Oggi ho deciso, mi imbacucco e vado a fare un’ ultima passeggiata su quel che resta della neve.
Un piccolo sentiero intonso e innevato riuscirò a trovarlo fra gli alberi…
Voglio pestare di nuovo, il bianco silenzio malinconico di una giornata invernale. Voglio bagnarmi i capelli con l’umida nebbia, odorare il profumo degli abeti, dei pini e dei faggi, ormai risvegliati.
Tutto attutito e fermo. Spero che le giornate così, diventino presto solo un ricordo. Ho bisogno di sole, di temperature più miti, di vento calmo.
Devo scrollarmi di dosso, tutto il grigio e far trionfare il verde assoluto.
Verde pallido e succoso delle prime foglie sui sambuchi, lo sbocciare delle gemme sui fiori di biancospino, i buttoni nuovi di bulbi sconosciuti, le tenere primule, le viole, le margheritine, le prime orchidee selvatiche.
Fra poco più di un mese, come per magia, ci sarà un tripudio di fioriture.
Le viole etrusche avranno preso campo e le ginestre cominceranno a sbocciare, fino a sovrastare su tutto il resto.
Un mare di giallo, a cui si mischieranno ranuncoli e denti di leone, margherite gialle e altri fiori, sempre dello stesso colore…
Dopo, stagione permettendo, sfiorito il giallo aranciato, della foresta di ginestre, ritornerà la supremazia del violetto, rosato o più rossastro, delle veccie, del trifoglio, della lupinella…
E tutt’intorno quel fantastico verde brillante delle mille erbe che vivono quassù, in queste praterie.