IL COLPO DI CODA

IL COLPO DI CODA

Pensieri( ancora tristi)

corifèa s. f. [femm. di corifeo]. – Nei moderni corpi di ballo, artista che sta fra la seconda ballerina e la comparsa, e partecipa alle esecuzioni coreografiche con movimenti e gesti decorativi, senza ballare.

Scorrendo una bella poesia di Alda Merini, ho visualizzato questa parola, a me sconosciuta…Ho pensato che si trattasse di un nome di qualche specie botanica, forse di un fiore particolare e desueto, come del resto è la Merini…

Ho però voluto essere certa che così fosse, anche perché nel contesto, non incastrava il nome di un fiore. Così ho cercato, in quella fantastica fonte di sapere, che è il vocabolario. Ed ho compreso, il senso dei versi della poetessa, che parlava di suo padre, di quello che le consigliava…di non essere.   

CORIFEA. Splendida parola, inusuale e già da sola, pregna di un intenso destino.

Il sole oggi non c'è, fa capolino fra la nuvolaglia cupa e nebbiosa ... tempo incerto, che condiziona i miei pensieri.

Per assonanza, penso alle parole erudite, a quelle che in sé raccolgono le mille sfumature, i significati multipli, o le sentenze più assolute…

E così, penso alle parole che non ho mai detto, quelle che non sono riuscita a pronunciare al momento debito, quelle per la cui mancanza ho forse perso uno dei treni nella mia vita. Certo è normale per ognuno di noi, ripensare e riflettere su ciò che non siamo riusciti ad essere, proprio per quella carenza di parole.

Il rilievo, lo spessore dei nostri intenti, annullato dall’assenza, dalla penuria di verbi e concetti.

Quanto saremo mancati ai nostri interlocutori, quante speranze avremo infranto, come saremo stati iniqui, impietosi, molesti per loro. Avremo mancato la nostra presenza e il significato di essa, modificato la loro percezione, influenzato un’involuzione, accasciato i loro e i nostri buoni propositi…

Non c’è modo di compensare le perdite subite o inferte, perché ormai a priori sono passate troppe acque sotto i nostri ponti. Si sono mischiati i ricordi, confuse le sensazioni, nel turbinio incessante, incalzante, della vita.

Ora basta. Per perdonarmi in questa amarezza, mi imbacucco bene, e vado a farmi una passeggiata nei campi. Vado da Ottone, il toro, che aspetta di tornare anche lui alla normalità, in mezzo ai pascoli, con la sua mandria.

Oggi è di nuovo freddo. (Sole sbrigati, stanziati in fretta…o io mi perdo).