Il topo mi ha regalato un sogno.

Il topo mi ha regalato un sogno.

Dopo aver lottato con il topo, ecco cosa ho sognato stanotte.

Ero in mezzo ad una radura, appostata dietro un albero dal tronco muschioso. Potevano essere questi i luoghi, ma molti, moltissimi anni fa. Vedevo intorno molti più alberi e cespugli  intricati, erbe e felci enormi…e io che stavo aspettando…aspettavo la mia preda.

Immobile, il respiro appena percettibile, rallentato anche il battito del cuore. Sentivo chiaro l’odore della mentuccia e del timo stropicciati sotto ai miei piedi, ma avvertivo anche un odore selvatico, forse di un animale che si era soffermato lì, prima di me…

Ad un tratto però tutto è finito, un bip bip bastardo mi ha infranto il sogno.

Che delusione! Era così reale e magico al tempo stesso!

Che brutto risveglio, con il cuore impegnato a sbalzare nel petto, in completo subbuglio.

Nel sogno quieta, forte e concentrata, adesso invece in piena tachicardia, molle e sconvolta da quell’aggeggio diabolico che è il cellulare…

E’ un dramma quando in piena notte gracchia informandoti che il programma tal dei tali si è aggiornato con successo.

Odio questa scatoletta evoluta, che ti sovrasta. Odio non poterne più fare a meno.

Quassù, che non abbiamo segnale per i cellulari, ho assistito a scene pazzesche.

Ho visto gente piangere, correndo a braccia alzate, in panico completo, perché non afferravano le fantomatiche tacche di segnale…

Cercando di tranquillizzarli, pensavo a quanto ormai siamo annientati da questo assurdo bisogno di essere sempre rintracciabili e connessi.

Stentavo però anche a mantenermi seria e collaborativa. Dicevo < tranquilli, c’è internet e poi ho Skype, posso prestarvi il mio cellulare!> Vi giuro, appena detto così, c’è stato chi me lo ha strappato letteralmente di mano!

Succede che dopo qualche giorno, i più, riescano a comprendere che, se il cellulare non funziona, non è poi tanto male. Capiscono che si sopravvive, assaporando anche meglio, il relax della vacanza.

Tutti cominciano a ricordare i tempi, non così lontani, quando i malefici non esistevano. Quando uscivi di casa e nessuno si allarmava, almeno fino notte fonda. Quando andavi in vacanza e telefonavi a mammà, una volta alla settimana, o addirittura ti risentivano quando tornavi.

A quei giorni si diceva che, le brutte notizie trovavano sempre la strada, non c’era scampo. Era inutile aspettare, avrebbero trovato da sé, il modo di arrivare, e se non arrivavano, tutto andava bene, inutile preoccuparsi prima!

Bei tempi!

(Scappo,…mi stanno chiamando su whats app e devo rispondere…peccato oggi avrei preferito dei segnali di fumo!)