Una sera al tramonto, sul M. Labro (marzo 2022)
IMPARARE A CAMMINARE DI NUOVO“Camminare per me significa entrare nella
natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura
per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti
i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le
alte montagne sono per me un sentimento.”
Salgo in silenzio, sto riflettendo sulla mia energia dispersa…Sento il
peso degli anni, della malinconia di questi tempi, della tristezza per questo
nostro mondo.
Per prima cosa avverto il vento: prima ti accarezza, poi a tratti ti travolge.
Non avverto fastidio, ma la sensazione che con la sua purezza e misticità, mi
stia strappando di dosso le tensioni. L’ossigeno mi riempie i polmoni, inspiro
gli odori dell’erba, degli animali selvatici, che di notte percorrono queste
strade. Alla fine della salita, mi volto e i miei occhi penetrano nello spazio
circostante. Anch’essi stanchi, a fatica mettono a fuoco, quel riverbero
infuocato all’orizzonte, che è il mare.
Arrivo al piano, sotto la torre. Continuo a salire con circospezione
sulle pietre, smosse e traballanti, vengo di nuovo scossa dal vento, vacillo…ma
poi mi riprendo: la sensazione è di maggior stabilità e forse
…consapevolezza. Non so con precisione
cosa sia sentirsi “centrati”, ma penso che sia molto vicino a ciò che adesso
avverto.
Di nuovo inspiro con forza. Espiro lentamente. Il mio cuore rumoreggia, cerco con lui una connessione, cerco di rallentarne il ritmo. Cerco una parvenza di calma. Mi siedo sulle pietre piatte, appena intiepidite da un sole ancora invernale. Una leggera vertigine, data dall’immersione a 360°sul paesaggio. Domino da lassù questi campi sparuti, delimitati da spini, dove pecore brucano da centinaia d’anni.
La montagna davanti mi si para robusta, possente, ancora un po' grigia d’inverno. Lo sguardo mi inganna, perché mi sembra di essere alla sua stessa altezza…
Per un momento ho la soluzione a tutti i problemi, la pace interiore mi inonda.
Aggrappata alla croce di ferro, puntello fra te e il cielo, sto combattendo di nuovo con le raffiche di vento, che fredde, mi riportano alla reale situazione del momento. Si è imbrunita l’aria. Devo scendere alla svelta se non voglio incespicare al buio.
Ho passato un’ora
abbondante con me stessa e nessun’ altra cosa, o persona. Senza rendermene conto
mi trovo al buio, nel parcheggio. Alzo gli occhi, e scorgo le prime stelle nel
blu gelido. Dovrei aver paura, ma mi
sento protetta dall’energia che ho assorbito in questo luogo.
La certezza è che mi dovrei regalare più spesso, l’opportunità di una visita a questo monte. Sento chiaramente in me, il naturale beneficio ottenuto.